RADIO CLASSICA ‘IL PIANISTA’.

Tuesday, October 22nd, at 7PM Italian time, Sandro Ivo Bartoli will be again the protagonist of Radio Classica’s ‘Il Pianista’, the popular programme hosted by Luca Ciammarughi. The second and last part of the interview will cover topics as diverse as the role of a modern concert pianist, the figure of Ferruccio Busoni, a look at the Italian piano literature of the early Twentieth Century, and insights into the pianist’s working methods. Music performed will include works by Busoni, Respighi & Chopin. The show will be aired again at 11PM and on Sunday here: http://www.radioclassica.net/

MUSICAL TORONTO REVIEW OF ‘THE FRESCOBALDI LEGACY’

 

Music critic John Terauds has written an extremely well informed review on ‘The Frescobaldi Legacy’.   As well as his authoritative comments, you get examples of the music (both originals and transcriptions), and a final comparision with piano legend Glenn Gould playing’s Casella’s ‘Due Ricercari sul nuome B.A.C.H. Read the article here:  http://www.musicaltoronto.org/2013/01/22/album-of-girolamo-frescobaldi-a-way-to-explore-moderns-attitudes-toward-baroque-music/

Gian Paolo Minardi reviews “Respighi: Works for piano and orchestra” on CLASSIC VOICE

Opere per pianoforte e orchestra
direttore Michele Carulli
orchestra Staatsorchester des Sachsische Landesbühnen
cd   Brilliant Classics 94055

Nel prudente sollevarsi del velo d’oblio che ha lungamente avvolto i nostri compositori del primo Novecento, quelli della “generazione dell’80” in particolare, tesi verso la cosiddetta “sprovicializzazione” e all’emancipazione della nostra musica dal giogo melodrammatico, non senza interesse affiorano le due composizioni di Respighi proposte da questo disco. Opere, appunto, rimaste nell’ombra rispetto ad altre partiture del compositore bolognese, Pini e Fontane di Roma soprattutto, le cui fortune non hanno mai conosciuto oscuramento, vuoi per quella particolare atmosfera di “impressionismo all’italiana” che per l’indubbio stimolo che l’abilità dell’orchestratore esercita sulle ambizioni virtuosistiche di molti direttori. Il riascolto della Toccata  e del Concerto in modo misolidio ci conferma come, rispetto anche alle ben più motivate creazioni operistiche, il rapporto con la nostra tradizione più lontana coltivato da Respighi fosse più pretestuoso che non profondamente innervato nel crogiolo creativo, come invece sarà per Pizzetti e Malipiero e, in maniera ancor più sciolta in Casella. Per dire come le etichette applicate ai Concerti e al Quartetto,  “gregoriano”, “misolidio”, “ dorico” e via dicendo  appaiono modelli sovrapposti ad un discorso ancora radicato nella tradizione sinfonica tardo ottocentesca, riplasmata  su movenze barocche non meno artificiose; e così per il pianismo, denso e sontuoso, virtuosistico anche, che avrebbe trovato, per il Concerto, interpreti prestigiosi quali Zecchi e Horowitz. Istanze peraltro impegnative di una scrittura manierata che vengono corrisposte con sicurezza dal pianismo solido di Sandro Ivo Bartoli.di Gian Paolo Minardi