Umberto Padroni reviews “Liszt-Busoni: Transcriptions” on SUONO MAGAZINE

Liszt, Busoni
Transcriptions
Sandro Ivo Bartoli, pf.
Classica – Generica
Brilliant
catalogo: 94200
durata: 79’25
Anno di uscita: 2011
Recensito su Suono n° 454 del 7-2011
C’è chi definisce la revisione, la parafrasi, o la trascrizione per diverso ambito strumentale “musica al quadrato”, dato che il testo originale è sottoposto alla elevazione che, nell’alterazione, spesso ne potenzia in qualche modo la struttura. Nella maggior parte dei casi le attenzioni che i trascrittori rivolgono alla pagina originaria, animate dalle migliori intenzioni, sono accattivanti, e giungono, nei casi più fortunati, a rivelarne persino aspetti sottaciuti. Nel passato questa attività ebbe indiscutibili riflessi promozionali.Musica al quadrato; ma nel caso di questo brillante ricco CD pianistico di ottimo suono, sembra legittimo parlare di musica al cubo, quando i sei spartiti di mano di Franz Liszt (Études d’éxecution trascendante d’après Paganini, 1838, dedicati all’ingrata Clara Schumann) originati, giusto il titolo, da Capricci per violino solo di Paganini (1782-1840), sono stati affrontati, a loro volta, da Ferruccio Busoni (1866-1924), che nella sua opera sapiente, ne rivide il testo alla luce di una ricerca sullo strumento, che interessò senz’altro il tessuto musicale, ma anche la tecnica fino alla meccanica, e il “linguaggio”. (Franz Liszt accorse ad ascoltare Niccolò Paganini una prima volta a vent’anni; al termine della serata, galvanizzato e affascinato, mormorò che se fosse stato possibile realizzare sulla tastiera del pianoforte il prodigio virtuosistico appena udito, lui ci sarebbe riuscito).Segue la grandiosa trascrizione pianistica di Busoni (1897) operata sulla gigantesca Fantasia e fuga (Ad nos ad salutarem undam, 1850) su un tema tratto dal Profeta di Meyerbeer, che Liszt compose per organo. Completano il CD la Rapsodia Ungherese n.19 e il Mephisto Waltz n.1 “Der Tanz in der Dorfschenke”trascritto dalle composizioni orchestrali per il Faust di Nikolaus Lenau.Sandro Ivo Bartoli integra con una tastiera eloquente e di colori smaltati l’arte dei suoi due grandi mentori.Umberto Padroni

Umberto Padroni reviews “Busoni: Fantasia contrappuntistica, Seven Elegies” on SUONO MAGAZINE

Busoni
Fantasia contrappuntistica
Seven Elegies, Sandro Ivo Bartoli, pf.
Classica – GenericaBrilliant
catalogo: 94223
durata: 72’52
Anno di uscita: 2011
Recensito su Suono n° 464 del 5-2012
Uomo di frontiera nel senso più ampio e profondo, Ferruccio Busoni (Empoli, 1866 – Berlino, 1924) partecipò, con una personalità forte e ricca di doti vincenti – di pianista, compositore e didatta – al travaglio della musica occidentale che inclinava alla sua ultima stagione. Nato in una famiglia musicale, pianista di dieci anni colse un significativo successo a Vienna, consacrato da Eduard Hanslick; a sedici anni Bologna lo nominò Accademico pianista, con diploma in composizione; non ancora ventenne a Vienna conobbe bene Brahms e avvicinò Čajkovskij, Grieg, Delius, Mahler; nel 1889 ebbe la cattedra di pianoforte a Helsinki e dal 1891 al 1894, quando finì per stabilirsi a Berlino, insegnò al New England Conservatory di Boston. Il giovane acclamato musicista non fu distratto dall’ascesa folgorante: le riflessioni te
oriche e culturali lo portarono a partecipare attivamente al “rinnovamento” della vita musicale in Italia ed in Europa: alla terra del padre egli guardò sempre con uno “sguardo lieto”, preso dal fascino di un’aura luminosa che rischiarava l’impegno compositivo: derivante forse dal lontano insegnamento operato dalla madre, Anna Weiss, ottima pianista di origini centro europee. Dalla collocazione a cavallo di due tradizioni e due culture derivarono a Busoni una solidità intellettuale straordinariamente feconda e nel contempo l’aspra sofferenza per le tensioni e le contrapposizioni della prima guerra mondiale: tragedia che lo indusse a un amaro isolamento.Se ha acquisito nel tempo altissima statura, la figura di Busoni appare oggi, sull’orizzonte del povero profilo culturale italiano, nelle sembianze di un Convitato di pietra: teorico imbronciato, stilista profetico ma inascoltato, che ha lasciato opere disattese o temute, guardate in tralice.Anche per questo preziosissima è la ricca esecuzione, a fronte alta, della capitale Fantasia contrappuntistica (1910), e delle rareSette Elegie (1908) dovuta a Sandro Ivo Bartoli, musicista globalmente destinatario di ogni lode.Umberto Padroni